Convegno “La salute mentale prima e dopo la Legge Basaglia” 4 maggio 2023
La salute mentale, un tema estremamente importante ma ancora trascurato. Giovedì 4 maggio (ore 9:30) a Latiano presso Palazzo Imperiali si è svolto l’incontro dal titolo “Salute Mentale, prima e dopo la Legge 180: riflessioni per l’oggi”, organizzato e promosso dall’Associazione “Gulliver 180 – Benito Giglio”.
Tra i relatori figurano Paolo Serra (psichiatra, “Centro Basaglia” di Arezzo), Ezio Ferilli (neurologo e psichiatra, ex direttore dell’SPDC di Brindisi), Antonella Vacca (psicologa-psicoterapeuta, Cooperativa Città Solidale Latiano), Pietro Nigro (presidente SIRP, direttore SPDC Putignano, DSM/ASL Bari), Silvia Romano (ex assistente sociale del Centro di Salute Mentale di Brindisi) e Tiziano Mele (giornalista e mental coach). Il moderatore è Franco Colizzi (psichiatra e scrittore, vicepresidente di “Gulliver 180”).
“L’omicidio della nostra collega Barbara Capovani ha scosso tutti noi”, affermano i promotori dell’iniziativa. “Ci rattrista profondamente e ci fa interrogare ancora una volta sulle zone d’ombra della condizione umana. Ma è inaccettabile etichettare la sofferenza mentale, che in Italia colpisce almeno un milione di persone all’anno (quelle assistite solo dai servizi pubblici), come “follia incomprensibile” o peggio ancora “pericolosità sociale”. Questo significa mettere un’etichetta emarginante, uno stigma, su una sofferenza che può essere compresa e che la maggior parte degli esseri umani incontrerà nella propria vita. Riferirsi a manicomi e ospedali psichiatrici, veri e propri abomini antiterapeutici del passato, come possibili soluzioni, significa non conoscere la storia e il funzionamento di tali istituzioni totali e non comprendere il grande passo di civiltà che invece è stato compiuto in Italia con la loro chiusura.”
Infatti, dopo l’approvazione della Legge 180 nel 1978, è stata creata una vasta rete territoriale e ospedaliera di servizi per la salute mentale, molto più avanzata, anche se non ancora pienamente rispondente al grande bisogno di promozione, prevenzione, cura e riabilitazione. Va quindi detto a gran voce che non si tratta ora di rassicurare le persone e di promettere soluzioni organizzative: l’attenzione alla salute mentale non può rimanere scandalosamente bassa, con risorse del tutto insufficienti (anche nel PNRR) in termini di fondi specifici (tra i più bassi d’Europa), di personale (mancano alcune migliaia di unità) e di luoghi di ascolto e cura più adeguati.
Gli operatori fanno un enorme sforzo per affrontare le tante forme di disagio mentale e di dolore, per migliorare almeno la qualità della vita dei pazienti e dei familiari. Ma non si può lavorare serenamente, rispondendo con la tempestività e l’impegno che spesso sono richiesti, in condizioni di scarsa sicurezza, con personale ridotto al minimo, esposti a mille richieste che non sono tutte solo di cura ma nascono da vari tipi di disagio sociale.
Sono almeno due decenni che l’Organizzazione Mondiale della Sanità invita, inascoltata, governi, istituzioni e chiunque abbia potere decisionale a considerare la salute mentale una priorità.
Obiettivo dell’incontro è stato stimolare la società e le istituzioni a un impegno più ampio di quello attuale nei confronti di tutte le diverse dimensioni del disagio e della patologia mentale, esacerbati e amplificati negli ultimi anni dall’esperienza della pandemia ma anche molto meglio compresi grazie agli sviluppi delle neuroscienze e delle scienze umane.
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